sabato 29 giugno 2013

Risparmio energetico: arriva la scure (giusta) ministeriale

Risparmio energetico: arriva la scure (giusta) ministeriale.  A  partire dal 12 luglio entra in vigore la nuova normativa sulla  climatizzazione degli ambienti. Mai più sotto i 24 gradi d’estate e sopra i 22 d’inverno. In Gazzetta Ufficiale i regolamenti con le scadenze dei controlli sugli impianti e i requisiti per la certificazione energetica degli edifici

Né troppo caldo d’inverno, né troppo fresco d’estate. Arriva la scure ministeriale per il risparmio energetico che di fatto per Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si pone come normativa taglia gli abusi cui siamo abituati noi italiani in tema di riscaldamento e climatizzazione degli ambienti.
Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale 149/13, infatti, due regolamenti (Dpr 74/2013 e 75/2013) in materia che entreranno quindi, in vigore il 12 luglio: il primo stabilisce le nuove regole per gli impianti di climatizzazione, il secondo disciplina i requisiti per gli esperti che sono chiamati alla certificazione energetica degli edifici.
La nuova disciplina riguarda gli impianti di riscaldamento, condizionatori d’aria e scaldabagni e regola l’esercizio, la conduzione, i controlli, la manutenzione e l’ispezione. Per quanto riguarda la climatizzazione invernale, la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti riscaldati di ciascuna unità immobiliare, non deve superare:

18°C + 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;

20°C + 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici (insomma 22 gradi).

Durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione estiva, la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti raffrescati di ciascuna unità immobiliare, non deve essere minore di 26°C - 2°C di tolleranza per tutti gli edifici (ossia 24 gradi).
Il mantenimento della temperatura dell’aria negli ambienti entro i limiti fissati dal provvedimento è ottenuto con accorgimenti che non comportano spreco di energia.
Lo stesso Dpr, al contrario stabilisce poteri di deroga per i Comuni: di fronte a comprovate esigenze i sindaci con una propria ordinanza, possono ampliare o ridurre i periodi annuali di esercizio e la durata giornaliera di attivazione degli impianti termici. E stabilire riduzioni di temperatura ambiente massima consentita sia nei centri abitati sia nei singoli immobili.
I controlli sulle prestazioni degli edifici sono affidati ai tecnici e alla società che hanno i titoli indicati dal Dpr 75/2013.
 

mercoledì 26 giugno 2013

Contratti precari. Il giudice del lavoro converte il Cocopro in rapporto a tempo indeterminato se il contratto impone standard alla prestazione giornaliera

 
Contratti precari. Il giudice del lavoro converte il Cocopro in rapporto a tempo indeterminato se il contratto impone standard alla prestazione giornaliera
Dev’essere considerato lavoro subordinato e non autonomo se non esiste un vero progetto distinto dalla mera indicazione delle mansioni da svolgere

Dovrebbe essere per definizione lavoro autonomo finalizzato ad un progetto che dovrebbe essere gestito in tutta indipendenza dal collaboratore, il cosiddetto cocopro. Ma è d’obbligo, nel Nostro Paese, usare il condizionale in materia, perché troppe volte, tali rapporti di lavoro o simili, mascherano in realtà l’esistenza di una vera e propria dipendenza a titolo subordinato.
Se, infatti, nel contratto sottoscritto con l’impresa datrice di lavoro non sussiste un vero e proprio programma da portare a termine al di fuori della semplice indicazione della mansioni da svolgere, il rapporto ha in realtà natura subordinata ed è inevitabile la conversione del contratto a tempo indeterminato, laddove in particolare, il contratto pone comunque a carico del (presunto) autonomo standard minimi di “produttività” giornaliera. Lo stabilisce una significativa sentenza pubblicata il 25 giugno dalla Cassazione e che per Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, vale la pena di portare all’attenzione per incentivare tutti coloro, e sono purtroppo ancora tanti, che si trovano nelle medesime condizioni ad impugnare questi contratti capestro per ottenere giustizia e vedersi riconosciuto il posto di lavoro fisso.
La decisione pubblicata con il numero 15922/13 dalla sezione lavoro della Suprema Corte ha, infatti, rigettato il ricorso dell’azienda che aveva impugnato la decisione della Corte d’appello che aveva dichiarato illegittimo il licenziamento orale con la relativa e necessaria conversione del cocopro in tempo determinato e stabilendo un risarcimento danni pari a quattro mensilità e corresponsione delle retribuzioni maturate nelle more, detratto quanto già percepito nel periodo di assenza dal lavoro.
I giudici di merito, avevano ritenuto dimostrato il vincolo di subordinazione del lavoratore già soltanto in base ai compiti e agli obblighi a posti carico dell’asserito collaboratore a seguito della sottoscrizione del contratto che di fatto inchioda l’impresa; nel caso di specie, infatti, al prestatore d’opera veniva imposto di vendere ogni giorno almeno settanta cartoni del prodotto e visitare almeno diciotto clienti, facendone un dipendente vero e proprio e non un semplice collaboratore. Né può ritenersi nullo il ricorso del lavoratore che punta alla conversione del rapporto a tempo indeterminato soltanto perché punta unicamente sulle circostanze che emergono dal contratto firmato con l’azienda.
Ciò che emerge, in particolare, è che il datore si fa autogol con il contratto che ha sottoscritto, laddove il giudice del merito fornisce una adeguata motivazione secondo cui l’attività pattuita non è inquadrabile nello schema legislativo del lavoro a progetto, di cui all’articolo 61 del decreto legislativo 276/03, dove il programma da svolgere deve essere funzionalmente collegato a un determinato risultato finale ma la gestione spetta al collaboratore.
Nella fattispecie erano stati stabiliti standard minimi per diciotto-diciannove giornate al mese con l’obbligo di rendiconto dei dati di vendita a cadenza quotidiana.

L'aumento dell'Iva slitta al 1° ottobre, grazie alle nuove tasse sulle e-cig

L'aumento dell'Iva slitta al 1° ottobre, grazie alle nuove tasse sulle e-cig

Pacchetto lavoro: sgravi per chi assume giovani senza diploma.

L'aumento di un punto dell'Iva non ci sarà, almeno non subito. La data fissata per il ritocco dell'imposta è stat spostata al 1° ottobre durante il Consiglio dei ministri di stamattina, che ha anche varato importanti misure sul lavoro. Sarà finanziato da una copertura finanziaria composta in parte dalla tassa sulle sigarette elettroniche e, in maniera ben più consistente, da acconti fiscali di Irpef, Ires e Irap più cari.
Restano però le tensioni all'interno dell'esecutivo. Mentre il Cdm era ancora in corso, Renato Brunetta, capogruppo dei deputati Pdl ha dichiarato che il governo rischia di cadere proprio sull'imposta sui consumi.
 

Brunetta: "Misura debole"

"Quando un governo trova soluzioni così deboli sull'Iva, molto probabilmente troverà soluzioni altrettanto deboli sulla lotta alla disoccupazione giovanile. Figuriamoci quali soluzioni potrà trovare sull'Imu", ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta. "Il governo rischia di cadere proprio perché dà risposte insufficienti", ha aggiunto. "Con risposte deboli si mette da solo a rischio".
Entro tre mesi bisognerà decidere cosa fare.

In autunno la parola al Parlamento

Nel frattempo il capo del governo Enrico Letta ha dichiarato in conferenza stampa che sul rinvio dell'aumento dal 21 al 22%, "sarà possibile un ulteriore differimento in Parlamento", ha detto Letta in conferenza stampa, riferendosi all'iter di conversione del decreto in aula.
 

Lavoro: 1,5 miliardi per le assunzioni

Per quanto riguarda il lavoro, invece, il governo ha varato un provvedimento da circa un miliardo e mezzo, che secondo Letta "riguarderà circa 200 mila giovani italiani". 
Il provvedimento è di 9 articoli in 19 pagine. Per il pacchetto sono stati stanziati nel complesso 1,5 miliardi tra fondi europei e risorse nazionali, divisi in tre anni, e destinato soprattutto al Mezzogiorno. Di questi, 794 milioni servono per la stabilizzazione degli under 30.
 

Incentivi per gli under 30

E' confermato il tetto di 650 euro al mese: gli sgravi saranno di 18 mesi per le nuove assunzioni e di 12 per le trasformazioni con contratto a tempo indeterminato.
Il dl lavoro, prevede inoltre, "in via sperimentale", incentivi all'assunzione stabile di giovani tra i 18 ed i 29 anni, che siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, privi di un diploma di scuola media superiore o professionale e vivano soli con una o più persone a carico.
Previste anche agevolazioni per chi ha più di cinquant'anni di età e per i disoccupati da oltre dodici mesi.
tratto da : http://www.ilsalvagente.it/

martedì 25 giugno 2013

lettera aperta ai consiglieri regionali della regione Lombardia



Sindacato  Europeo dei Lavoratori

  
sito: http://www.sindacatoeuropeolavoratori.it/


lettera aperta ai consiglieri regionali della regione Lombardia

all’att.ne Presidenza Regione Lombardia
e p.c. Presidenza Sea



In relazione alla notizia apparsa sul sito del comune di Milano:” Milano, 8 marzo 2013 – Il Comune di Milano ha deciso di presentare ricorso al Tribunale dell’Unione europea in Lussemburgo (ai sensi dell’art. 263 del Trattato sul Funzionamento dell’Ue) per l’annullamento della Decisione della Commissione europea del 19 dicembre 2012 che ha qualificato come aiuti di Stato gli aumenti di capitale per un importo complessivo stimato pari a 359,644 milioni di euro effettuati dalla società Sea a favore di Sea Handling dal 2002 al 2010. Lo ha deciso questa mattina la Giunta comunale” Vi presentiamo la nostra posizione sindacale su cui chiediamo il Vs. appoggio
La posizione di






Grazie per l’attenzione



Giuseppe Criseo,
Segretario Generale
Sindacato Europeo dei Lavoratori